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цель Сочи 2014 – Obiettivo Sochi: Nino Bibbia, il primo italiano
Il primo campione olimpico italiano e la prima medaglia olimpica per l’Italia degli sport invernali abitava in Svizzera, a St. Moritz, dove faceva il fruttivendolo. Nino Bibbia, mito dello skeleton azzurro e mondiale, recentemente scomparso proprio nella sua amata St. Moritz, era originario della provincia di Sondrio, dove era nato nel 1922, ma aveva trovato casa in Svizzera e, durante le ore di chiusura del negozio, praticava molti sport invernali, di cui era un grande appassionato.
Nel 1948, i Giochi olimpici invernali fecero tappa proprio a St. Moritz e Bibbia si iscrisse a tre gare: il bob a 2, il bob a 4 e lo skeleton, reinserito nel programma per quella edizione, dopo la “première” del 1928 sempre a St. Moritz, dove si gareggiava sulla storica “Cresta run”.
Bibbia non si poteva definire un esperto dello skeleton, era piuttosto un bobbista e aveva iniziato solo da qualche settimana a cimentarsi anche nello slittino a testa in giù. Ma conosceva a menadito la “Cresta run”, praticamente giocava in casa.
Durante le sei manches che portarono all’assegnazione della medaglia, Bibbia trovò rivali fortissimi nell’americano John Heaton, già vincitore della medaglia d’oro vent’anni prima, e nell’inglese John Crammond, in testa a metà gara. Nelle ultime tre manches, Bibbia recuperò terreno e distanziò gli avversari, aggiudicandosi l’oro davanti a Heaton e a Crammond.
Lo skeleton scomparve poi dai programmi olimpici e fu reinserito solo nel 2002 a Salt Lake City. Per oltre cinquant’anni, dunque, il titolo di Bibbia rimase inattaccato e il fruttivendolo valtellinese ne menava giusto vanto.
Bibbia continuò a gareggiare fino al 1975 e fu per tre volte campione del mondo. Sulla “Cresta run”, la pista che forse gli elvetici dovrebbero dedicargli, Bibbia vinse oltre 200 gare e fece numerosi record di velocità.
Nino Bibbia non ha mai smesso di fare il fruttivendolo, nell’esercizio che gestiva con la moglie. E’ scomparso lo scorso 23 maggio a 91 anni d’età. Il suo nome non sarà mai dimenticato.
цель Сочи 2014 – Obiettivo Sochi: Nino Bibbia, il primo italiano
Il primo campione olimpico italiano e la prima medaglia olimpica per l’Italia degli sport invernali abitava in Svizzera, a St. Moritz, dove faceva il fruttivendolo. Nino Bibbia, mito dello skeleton azzurro e mondiale, recentemente scomparso proprio nella sua amata St. Moritz, era originario della provincia di Sondrio, dove era nato nel 1922, ma aveva trovato casa in Svizzera e, durante le ore di chiusura del negozio, praticava molti sport invernali, di cui era un grande appassionato.
Nel 1948, i Giochi olimpici invernali fecero tappa proprio a St. Moritz e Bibbia si iscrisse a tre gare: il bob a 2, il bob a 4 e lo skeleton, reinserito nel programma per quella edizione, dopo la “première” del 1928 sempre a St. Moritz, dove si gareggiava sulla storica “Cresta run”.
Bibbia non si poteva definire un esperto dello skeleton, era piuttosto un bobbista e aveva iniziato solo da qualche settimana a cimentarsi anche nello slittino a testa in giù. Ma conosceva a menadito la “Cresta run”, praticamente giocava in casa.
Durante le sei manches che portarono all’assegnazione della medaglia, Bibbia trovò rivali fortissimi nell’americano John Heaton, già vincitore della medaglia d’oro vent’anni prima, e nell’inglese John Crammond, in testa a metà gara. Nelle ultime tre manches, Bibbia recuperò terreno e distanziò gli avversari, aggiudicandosi l’oro davanti a Heaton e a Crammond.
Lo skeleton scomparve poi dai programmi olimpici e fu reinserito solo nel 2002 a Salt Lake City. Per oltre cinquant’anni, dunque, il titolo di Bibbia rimase inattaccato e il fruttivendolo valtellinese ne menava giusto vanto.
Bibbia continuò a gareggiare fino al 1975 e fu per tre volte campione del mondo. Sulla “Cresta run”, la pista che forse gli elvetici dovrebbero dedicargli, Bibbia vinse oltre 200 gare e fece numerosi record di velocità.
Nino Bibbia non ha mai smesso di fare il fruttivendolo, nell’esercizio che gestiva con la moglie. E’ scomparso lo scorso 23 maggio a 91 anni d’età. Il suo nome non sarà mai dimenticato.