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Stagione olimpica, Ravetto: “Abbiamo una squadra esperta e competitiva”
“Con gli slalomisti stiamo lavorando molto – dice Ravetto -. Veniamo da due stagioni diametralmente opposte: due anni fa 9 podi su 11 gare, lo scorso anno tante occasioni buttate. Ma il potenziale c’è sempre stato. Più volte abbiamo avuto tre atleti fra i primi cinque, magari per una sola manche. Sicuramente è spesso stato l’atteggiamento mentale sbagliato a non permettere il risultato.
Quest’anno la stagione dello slalom è piuttosto particolare: c’è Levi a metà novembre, poi c’è Val d’Isère in dicembre, e poi tutto è concentrato fra gennaio e febbraio. L’esatto contrario vale per il gigante, che avrà il solito buco in gennaio e per i gigantisti puri alla Blardone e Simoncelli, sarà il solito problema di tenere alta la tensione agonistica, il contatto con il cancelletto”.
Poi c’è la velocità, il fiore all’occhiello della passata stagione. “Abbiamo due atleti molto bravi: Innerhofer ha un potenziale ancora più alto di quello che ha mostrato in questi anni. Ora ha sistemato anche quel piccolo preblema di miopia che dovrebbe permettergli di vedere meglio anche in condizioni di scarsa visibilità. Paris è molto giovane e mi aspetto che continui a crescere. Entrambi hanno già superato l’impatto con l’alto livello e sono abituati a stare fra i migliori. Poi c’è Heel recuperato e Fill che può ancora fare buone cose. Per Marsaglia l’anno scorso è stato il primo ad alto livello. Mi auguro che possa migliorare anche in discesa, nei tratti di scorrevolezza. Poi c’è Klotz in crescita. Insomma, è una squadra matura e pronta a far bene”.
L’appuntamento clou della stagione è noto, ed è quello con i Giochi di Sochi. Le piste sono ormai conosciute. “La pista di discesa non ha nulla da invidiare alle piste più belle della Coppa del mondo. Ha una prima parte con molte curve ed è molto tecnica, nella seconda parte ci sono più salti e bisogna saper essere scorrevoli. Molto dipenderà dalla neve, che di solito è dura in alto e più molle nella parte bassa. Lo slalom è bello, molto ripido, forse un po’ più piatto il gigante che si fa nella parte bassa della discesa. E’ proprio il gigante, probabilmente, il tracciato meno adatto alle caratteristiche degli azzurri, mentre gli altri ci sono favorevoli”.
“Lo scorso anno auspicavo di riuscire a vincere le classiche e ci siamo riusciti: Kitz, Bormio, i podi in Gardena, Wengen. Ci manca giusto Schladming, ma insomma.. Sono mancate le coppette che sarebbero state il giusto premio visto la gran quantità di buoni risultati. Cio proveremo quest’anno, anche se è evidente che le madglie olimpiche sono di gran lunga l’obiettivo stagionale. Per arrivarci al meglio ho proposto criteri di selezioni ancora più selettivi di quelli per i Mondiali dello scorso anno, visto che ancor di più, alle Olimpiadi, si va solo per cercare di fare medaglie”.
Stagione olimpica, Ravetto: “Abbiamo una squadra esperta e competitiva”
“Con gli slalomisti stiamo lavorando molto – dice Ravetto -. Veniamo da due stagioni diametralmente opposte: due anni fa 9 podi su 11 gare, lo scorso anno tante occasioni buttate. Ma il potenziale c’è sempre stato. Più volte abbiamo avuto tre atleti fra i primi cinque, magari per una sola manche. Sicuramente è spesso stato l’atteggiamento mentale sbagliato a non permettere il risultato.
Quest’anno la stagione dello slalom è piuttosto particolare: c’è Levi a metà novembre, poi c’è Val d’Isère in dicembre, e poi tutto è concentrato fra gennaio e febbraio. L’esatto contrario vale per il gigante, che avrà il solito buco in gennaio e per i gigantisti puri alla Blardone e Simoncelli, sarà il solito problema di tenere alta la tensione agonistica, il contatto con il cancelletto”.
Poi c’è la velocità, il fiore all’occhiello della passata stagione. “Abbiamo due atleti molto bravi: Innerhofer ha un potenziale ancora più alto di quello che ha mostrato in questi anni. Ora ha sistemato anche quel piccolo preblema di miopia che dovrebbe permettergli di vedere meglio anche in condizioni di scarsa visibilità. Paris è molto giovane e mi aspetto che continui a crescere. Entrambi hanno già superato l’impatto con l’alto livello e sono abituati a stare fra i migliori. Poi c’è Heel recuperato e Fill che può ancora fare buone cose. Per Marsaglia l’anno scorso è stato il primo ad alto livello. Mi auguro che possa migliorare anche in discesa, nei tratti di scorrevolezza. Poi c’è Klotz in crescita. Insomma, è una squadra matura e pronta a far bene”.
L’appuntamento clou della stagione è noto, ed è quello con i Giochi di Sochi. Le piste sono ormai conosciute. “La pista di discesa non ha nulla da invidiare alle piste più belle della Coppa del mondo. Ha una prima parte con molte curve ed è molto tecnica, nella seconda parte ci sono più salti e bisogna saper essere scorrevoli. Molto dipenderà dalla neve, che di solito è dura in alto e più molle nella parte bassa. Lo slalom è bello, molto ripido, forse un po’ più piatto il gigante che si fa nella parte bassa della discesa. E’ proprio il gigante, probabilmente, il tracciato meno adatto alle caratteristiche degli azzurri, mentre gli altri ci sono favorevoli”.
“Lo scorso anno auspicavo di riuscire a vincere le classiche e ci siamo riusciti: Kitz, Bormio, i podi in Gardena, Wengen. Ci manca giusto Schladming, ma insomma.. Sono mancate le coppette che sarebbero state il giusto premio visto la gran quantità di buoni risultati. Cio proveremo quest’anno, anche se è evidente che le madglie olimpiche sono di gran lunga l’obiettivo stagionale. Per arrivarci al meglio ho proposto criteri di selezioni ancora più selettivi di quelli per i Mondiali dello scorso anno, visto che ancor di più, alle Olimpiadi, si va solo per cercare di fare medaglie”.