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Matteo Marsaglia: “Felicissimo, siamo una grande squadra. Dedicato alla mamma”
La voce che trema per la gioia della prima vittoria in Coppa del mondo e le parole che sgorgano come una cascata dalla bocca di Matteo Marsaglia, romano di nascita e trapiantato a Sestriere all’età di 14 anni. “Sapevo che avrei dovuto giocare tutte le mie carte nella parte alta e in quella finale della pista. Non sempre è facile fare quello che si ha in mente ma oggi ci sono riuscito e sono felicissimo”.
Figlio di Andrea, sciatore e attualmente allenatore a Sansicario, e di Roberta Cosi, tennista da prima categoria e sua prima insegnante di sci, Matteo è nato a Roma il 5 ottobre del 1985. Sua sorella Francesca è nella Nazionale della velocità femminile, mentre il fratello Eugenio non ha seguito la carriera di atleta.
“Il superG è sempre stata la mia disciplina preferita – ha proseguito Marsaglia – sin da bambino quando ancora gareggiavo in tutte: il mio primo titolo italiano giovanile l’ho vinto nel 2003, a sarentino, proprio in superG, davanti a Kurt Pittschieler e Christof Innerhofer. A me non piacciono le prove. Di solito peggioro prova dopo prova. Mentre invece mi piace il superG perché ti giochi tutto subito: o la va o la spacca. A me piace rischiare. Poi mi diverto tantissimo con gli sci da superG, ti permettono di fare velocità e di fare belle curve da gigante ad una velocità ben superiore”
“Mio padre non è mai voluto interferire nella mia carriera, ha sempre lasciato che di me si occupassero i tecnici e lo ringrazio per questo. ora è il momento di essere felici e di ringraziare tutti quelli che mi hanno aiutato nella mia crescita. La dedica però va a mamma Roberta perché è quella che si è sacrificata di più per tutti noi tre fratelli”.
Tifoso della Roma, appassionato di moto e di surf, Marsaglia ha come numero di riferimento il 23 (“ma anche il 12 mi piace molto”) e come colore il verde. Quella di oggi era la sua 64/a gara di Coppa del mondo a poco più di quattro anni dal debutto in Coppa del mondo avvenuto il 3 febbraio 2008 nella Supercombinata di Val d’Isère.
“Mi sono reso conto che avrei potuto fare un buon risultato appena tagliato il traguardo perché avevo visto Reichelt ed avere 7 decimi su di lui significava aver fatto una bella gara. Poi Innerhofer me ne ha data ulteriore conferma e quando poi è arrivato Svindal alle mie spalle ho capito che la giornata si metteva al bello”.
“Penso che abbiamo una grande squadra quest’anno. Anche oggi almeno in quattro potevano vincere, ma credo che questa possibilità ce l’abbiamo davvero tutti. Io non interpreto questa vittoria come un punto d’arrivo ma cercherò di confermarmi nelle prossime gare. Così spero di poter fare una gran festa a fine stagione, anche se magari a Denver, prima di tornare, una bottiglia di champagne con i miei compagni me la berrò volentieri”.
Matteo Marsaglia: “Felicissimo, siamo una grande squadra. Dedicato alla mamma”
La voce che trema per la gioia della prima vittoria in Coppa del mondo e le parole che sgorgano come una cascata dalla bocca di Matteo Marsaglia, romano di nascita e trapiantato a Sestriere all’età di 14 anni. “Sapevo che avrei dovuto giocare tutte le mie carte nella parte alta e in quella finale della pista. Non sempre è facile fare quello che si ha in mente ma oggi ci sono riuscito e sono felicissimo”.
Figlio di Andrea, sciatore e attualmente allenatore a Sansicario, e di Roberta Cosi, tennista da prima categoria e sua prima insegnante di sci, Matteo è nato a Roma il 5 ottobre del 1985. Sua sorella Francesca è nella Nazionale della velocità femminile, mentre il fratello Eugenio non ha seguito la carriera di atleta.
“Il superG è sempre stata la mia disciplina preferita – ha proseguito Marsaglia – sin da bambino quando ancora gareggiavo in tutte: il mio primo titolo italiano giovanile l’ho vinto nel 2003, a sarentino, proprio in superG, davanti a Kurt Pittschieler e Christof Innerhofer. A me non piacciono le prove. Di solito peggioro prova dopo prova. Mentre invece mi piace il superG perché ti giochi tutto subito: o la va o la spacca. A me piace rischiare. Poi mi diverto tantissimo con gli sci da superG, ti permettono di fare velocità e di fare belle curve da gigante ad una velocità ben superiore”
“Mio padre non è mai voluto interferire nella mia carriera, ha sempre lasciato che di me si occupassero i tecnici e lo ringrazio per questo. ora è il momento di essere felici e di ringraziare tutti quelli che mi hanno aiutato nella mia crescita. La dedica però va a mamma Roberta perché è quella che si è sacrificata di più per tutti noi tre fratelli”.
Tifoso della Roma, appassionato di moto e di surf, Marsaglia ha come numero di riferimento il 23 (“ma anche il 12 mi piace molto”) e come colore il verde. Quella di oggi era la sua 64/a gara di Coppa del mondo a poco più di quattro anni dal debutto in Coppa del mondo avvenuto il 3 febbraio 2008 nella Supercombinata di Val d’Isère.
“Mi sono reso conto che avrei potuto fare un buon risultato appena tagliato il traguardo perché avevo visto Reichelt ed avere 7 decimi su di lui significava aver fatto una bella gara. Poi Innerhofer me ne ha data ulteriore conferma e quando poi è arrivato Svindal alle mie spalle ho capito che la giornata si metteva al bello”.
“Penso che abbiamo una grande squadra quest’anno. Anche oggi almeno in quattro potevano vincere, ma credo che questa possibilità ce l’abbiamo davvero tutti. Io non interpreto questa vittoria come un punto d’arrivo ma cercherò di confermarmi nelle prossime gare. Così spero di poter fare una gran festa a fine stagione, anche se magari a Denver, prima di tornare, una bottiglia di champagne con i miei compagni me la berrò volentieri”.