E’ morta Sarah Burke

20 Gennaio 2012

Sarah Burke non ce l’ha fatta. La 29enne freestyler canadese, pioniera e stella dello ski halfpipe è morta giovedì sera a nove giorni di distanza dalla caduta in allenamento che l’aveva ridotta al coma.

Dal momento dell’incidente, avvenuto nel Superpipe del Park City Mountain Resort, l’equipe medica dello University of Utah Hospital ha cercato di fare il possibile per salvarle la vita, monitorando costantemente la situazione cerebrale dopo l’operazione all’arteria vertebrale, la cui rottura è stata causa di una grave emorragia intracranica.

Purtroppo si sono rivelati irriversibili i danni al cervello provocati dalla mancanza di ossigeno e sangue in seguito all’arresto cardiaco. La famiglia che si è stretta intorno a lei, a cominciare dal marito Rory Bushfield, ha sperato sino all’ultimo ma non ha potuto far altro che arrendersi alla tragica perdita.

Se ne va una campionessa che al di là dei titoli vinti (4 ori e 1 argento agli Winter X Games, 1 titolo mondiale nel 2005, 5 vittorie in Coppa del mondo) ha avuto il merito di far conoscere la sua specialità, di esserne una straordinaria testimonial, promuovendola, insieme ai più celebri colleghi, sino al raggiungimento dello status olimpico. Lo ski halfpipe sarà a Sochi 2014 anche grazie a lei che avrebbe tanto voluto coronare una fantastica carriera con la medaglia più ambita che sarebbe potuta essere sua in Russia.

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E’ morta Sarah Burke

20 Gennaio 2012

Sarah Burke non ce l’ha fatta. La 29enne freestyler canadese, pioniera e stella dello ski halfpipe è morta giovedì sera a nove giorni di distanza dalla caduta in allenamento che l’aveva ridotta al coma.

Dal momento dell’incidente, avvenuto nel Superpipe del Park City Mountain Resort, l’equipe medica dello University of Utah Hospital ha cercato di fare il possibile per salvarle la vita, monitorando costantemente la situazione cerebrale dopo l’operazione all’arteria vertebrale, la cui rottura è stata causa di una grave emorragia intracranica.

Purtroppo si sono rivelati irriversibili i danni al cervello provocati dalla mancanza di ossigeno e sangue in seguito all’arresto cardiaco. La famiglia che si è stretta intorno a lei, a cominciare dal marito Rory Bushfield, ha sperato sino all’ultimo ma non ha potuto far altro che arrendersi alla tragica perdita.

Se ne va una campionessa che al di là dei titoli vinti (4 ori e 1 argento agli Winter X Games, 1 titolo mondiale nel 2005, 5 vittorie in Coppa del mondo) ha avuto il merito di far conoscere la sua specialità, di esserne una straordinaria testimonial, promuovendola, insieme ai più celebri colleghi, sino al raggiungimento dello status olimpico. Lo ski halfpipe sarà a Sochi 2014 anche grazie a lei che avrebbe tanto voluto coronare una fantastica carriera con la medaglia più ambita che sarebbe potuta essere sua in Russia.

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