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Innerhofer: “Sono orgoglioso di me stesso. Mi mancava una medaglia olimpica, adesso ho realizzato tutti i sogni”
Christof Innerhofer diventa il terzo italiano nella storia a salire sul podio olimpico nella discesa maschile dopo l’oro di Zeno Colò a Oslo nel 1952 e il bronzo di Herbert Plank a Innsbruck nel 1976. Il campione di Gais, trent’anni da compiere il prossimo 17 dicembre, racconta la giornata che chiude un cerchio fatto di tre medaglie iridate (oro, argento e bronzo) conquistate nei Mondiali di Garmisch del 2013 e sei successi in Coppa del mondo. Il nuovo vicecampione olimpico di discesa racconta la sua nuova giornata di gloria.
“Questa gara per me è cominciata un paio di giorni fa, durante le prove, non credo ci sia stato alcun atleta che si sia preparato come me, durante i giorni di prova ho fatto un pezzo per volta, anche ieri avevo rallentato tanto ma non avevo perduto troppo tempo. Nel pomeriggio della vigilia mi sembrava di avere le gambe abbastanza molli a dfferenza dei miei compagni, quindi ho cercato di sentire i messaggi che mi mandava il mio corpo. Oggi ero molto tranquillo, era arrivato il giorno della mia vita, quindi sono partito dal cancelletto con tanta serenità. Ho fatto la prima curva che m sbatteva lo sci, ho capito che non bastava quindi ho aumentato la grinta. Scendendo ho sentito che la mia sciata migliorava, sullo schuss finale ho capito che sarebbe stata una grande gara. Dopo le belel vittorie della passata stagione in Coppa del mondo e le medaglie mondiali, mi rimaneva da vincere qualcosa di importante soltanto alle Olimpiadi, sono molto orgoglioso di me stesso. Nell’ultimo mese sono stato al di sotto delle mie possibilità ma non per colpa mia, non ho mai trovato condizioni di pista adatte alle mie caratteristiche, non sono un tipo di sciatore come Svindal che può andare forte ovunque”
Innerhofer: “Sono orgoglioso di me stesso. Mi mancava una medaglia olimpica, adesso ho realizzato tutti i sogni”
Christof Innerhofer diventa il terzo italiano nella storia a salire sul podio olimpico nella discesa maschile dopo l’oro di Zeno Colò a Oslo nel 1952 e il bronzo di Herbert Plank a Innsbruck nel 1976. Il campione di Gais, trent’anni da compiere il prossimo 17 dicembre, racconta la giornata che chiude un cerchio fatto di tre medaglie iridate (oro, argento e bronzo) conquistate nei Mondiali di Garmisch del 2013 e sei successi in Coppa del mondo. Il nuovo vicecampione olimpico di discesa racconta la sua nuova giornata di gloria.
“Questa gara per me è cominciata un paio di giorni fa, durante le prove, non credo ci sia stato alcun atleta che si sia preparato come me, durante i giorni di prova ho fatto un pezzo per volta, anche ieri avevo rallentato tanto ma non avevo perduto troppo tempo. Nel pomeriggio della vigilia mi sembrava di avere le gambe abbastanza molli a dfferenza dei miei compagni, quindi ho cercato di sentire i messaggi che mi mandava il mio corpo. Oggi ero molto tranquillo, era arrivato il giorno della mia vita, quindi sono partito dal cancelletto con tanta serenità. Ho fatto la prima curva che m sbatteva lo sci, ho capito che non bastava quindi ho aumentato la grinta. Scendendo ho sentito che la mia sciata migliorava, sullo schuss finale ho capito che sarebbe stata una grande gara. Dopo le belel vittorie della passata stagione in Coppa del mondo e le medaglie mondiali, mi rimaneva da vincere qualcosa di importante soltanto alle Olimpiadi, sono molto orgoglioso di me stesso. Nell’ultimo mese sono stato al di sotto delle mie possibilità ma non per colpa mia, non ho mai trovato condizioni di pista adatte alle mie caratteristiche, non sono un tipo di sciatore come Svindal che può andare forte ovunque”