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La nuova Gianesini in rampa di lancio: “Ho capito che lo sci è la mia vita”
Giulia Gianesini suda e sgobba nella palestra vicino a casa ad Asiago. Il 5 settembre è prevista la partenza per l’Argentina della 29enne poliziotta vicentina in compagnia delle velociste, con destinazione Ushuaia, dove tornerà ad allenarsi insieme alle compagne del gigante. Per lei sarà come lanciarsi in una seconda carriera agonistica, la prima si interruppe bruscamente giusto un anno fa, di questi tempi, quando una brutta caduta durante un allenamento sulle piste del Cerro Castor le provocò una commozione cerebrale che lasciò segni evidenti per molti mesi.
“Fisicamente sembravo guarita, ma in realtà non lo ero – racconta -. Non riuscivo a sciare, capivo che c’era qualcosa che non andava, sentivo una grande fatica nella mia testa e anche l’equilibrio e la coordinazione non erano le solite. Mi sottoposi ad analisi approfondite che svelarono un piccolo ritardo di trasmissione fra i segnali inviati dal cervello e recepiti dalla vista che si ripercuoteva sull’azione. Così quando ero in pista e la velocità aumentava, faticavo a rimanere in traiettoria rischiando di farmi ulteriormente male. Sono stata costretta a fermarmi, solo il riposo mi permetteva un graduale recupero e alcuni esercizi di equilibrio”.
Nel frattempo la perdita del padre Gastone certamente non contribuì a migliorare la situazione, mettendo Giulia davanti ad un bivio. Mollare tutto e cambiare vita o insistere sullo sci. “La montagna è stata sempre la mia vita, quando si è trattato di decidere sul mio futuro ho avuto la tentazione di fermarmi, però ho capito che il mio amore per la neve e lo sci hanno ancora il sopravvento. Era come se volessi lasciare qualcosa di incompiuto”.
Bloccati i punti FIS in gennaio, una chiacchierata a fine stagione con il direttore tecnico Raimund Plancker ha segnato il punto di partenza della versione Gianesini 2.0, motivata a sfidare se stessa per puntare diretta quel primo gruppo di merito fra le porte larghe soltanto sfiorato alla fine della stagione 2010/11. “Ripartirò con un pettorale altissimo (oltre il 40, ndr) ma non sarà certamente un problema. L’importante è che adesso mi sento bene fisicamente, ringrazio le Fiamme Oro che mi hanno aiutato in modo importante per la preparazione e la Federazione che mi sta aspettando e mi ha fatto sentire importante anche nei momenti più difficili. Credo si tratti solamente di una questione di allenamento, le motivazioni sono alte perchè con l’appuntamento olimpico alle porte non può che essere così. Però il mio obiettivo adesso è qualificarmi Soelden, ho imparato a fare un passo alla volta”.
La nuova Gianesini in rampa di lancio: “Ho capito che lo sci è la mia vita”
Giulia Gianesini suda e sgobba nella palestra vicino a casa ad Asiago. Il 5 settembre è prevista la partenza per l’Argentina della 29enne poliziotta vicentina in compagnia delle velociste, con destinazione Ushuaia, dove tornerà ad allenarsi insieme alle compagne del gigante. Per lei sarà come lanciarsi in una seconda carriera agonistica, la prima si interruppe bruscamente giusto un anno fa, di questi tempi, quando una brutta caduta durante un allenamento sulle piste del Cerro Castor le provocò una commozione cerebrale che lasciò segni evidenti per molti mesi.
“Fisicamente sembravo guarita, ma in realtà non lo ero – racconta -. Non riuscivo a sciare, capivo che c’era qualcosa che non andava, sentivo una grande fatica nella mia testa e anche l’equilibrio e la coordinazione non erano le solite. Mi sottoposi ad analisi approfondite che svelarono un piccolo ritardo di trasmissione fra i segnali inviati dal cervello e recepiti dalla vista che si ripercuoteva sull’azione. Così quando ero in pista e la velocità aumentava, faticavo a rimanere in traiettoria rischiando di farmi ulteriormente male. Sono stata costretta a fermarmi, solo il riposo mi permetteva un graduale recupero e alcuni esercizi di equilibrio”.
Nel frattempo la perdita del padre Gastone certamente non contribuì a migliorare la situazione, mettendo Giulia davanti ad un bivio. Mollare tutto e cambiare vita o insistere sullo sci. “La montagna è stata sempre la mia vita, quando si è trattato di decidere sul mio futuro ho avuto la tentazione di fermarmi, però ho capito che il mio amore per la neve e lo sci hanno ancora il sopravvento. Era come se volessi lasciare qualcosa di incompiuto”.
Bloccati i punti FIS in gennaio, una chiacchierata a fine stagione con il direttore tecnico Raimund Plancker ha segnato il punto di partenza della versione Gianesini 2.0, motivata a sfidare se stessa per puntare diretta quel primo gruppo di merito fra le porte larghe soltanto sfiorato alla fine della stagione 2010/11. “Ripartirò con un pettorale altissimo (oltre il 40, ndr) ma non sarà certamente un problema. L’importante è che adesso mi sento bene fisicamente, ringrazio le Fiamme Oro che mi hanno aiutato in modo importante per la preparazione e la Federazione che mi sta aspettando e mi ha fatto sentire importante anche nei momenti più difficili. Credo si tratti solamente di una questione di allenamento, le motivazioni sono alte perchè con l’appuntamento olimpico alle porte non può che essere così. Però il mio obiettivo adesso è qualificarmi Soelden, ho imparato a fare un passo alla volta”.